Ciao Lanonna!
Purtroppo non trovo la funzione per citare, allora faccio un bel copia&incolla.
"Non capisco un cavolo!!!!!"
Dunque, è un po' che leggo qui ed ho notato che Catherine ci tiene molto a puntualizzare quanto si senta attratta dalla cultura italiana (e ben venga!

), ma al tempo stesso sembra molto prevenuta nei riguardi della sua patria e dei suoi connazionali (ovviamente è liberissima di dire quello che vuole, mi permetto soltanto di far presente come lo percepisco io).
Stavo già per rispondere l'altra volta (poi ho lasciato perdere perché mi son chiesto: ma che te ne frega, Deny?!), quando era tanto infastidita per quella turista tedesca che ha visto in un qualche servizio/documentario in TV, perché la tizia voleva spiegare al cuoco di un campeggio italiano come di fa la Schnitzel. Ed io mi chiedo: e allora? Perché ti da' tanto fastidio che una tedesca, così per divertirsi, faccia conoscere una ricetta tedesca ad un cuoco italiano?
Scommetto che se invece fosse stato una turista italiana a spiegare ad un cuoco tedesco come si fanno le lasagne, l'avrebbe trovato simpaticissimo.
Questo è solo un piccolo esempio ma ripeto, ho notato che per Catherine è molto importante la questione "non mi sento tedesca!" e quando oggi ho visto che si ente persino infastidita dai telefilm tedeschi in TV, mi sono permessa di essere per un momento infastidita pure io.
"Deny, benvenuta nel forum! Sarà bello sapere più di te. Scrivi sotto "La piazza - ci presentiamo" tutto quello che può interessare tutti noi!"
ahah mi sa che mi sono già presentata a sufficienza.
"Una cosa devo dire: ll senso d'umorismo in Italia è un altro come in Germania."
Probabile. Cmq. io quando vedo una persona scocciata per delle cavolate mi permetto di rispondere altrettanto scocciata. E' un modo semplice ed efficace per vedere quanto è autentica e quanto crede in ciò che racconta.
Per amare l'Italia o sentirsi vicini all'italianità non serve ripetere continuamente quanto ci si considera lontani dalle proprie radici. Forse è la prima lezione da imparare dagli italiani, che spesso criticano il proprio paese, ma non sviliscono continuamentre i loro connazionali o le proprie usanze.
"Allora, non c'è niente da litigare, e non c'è neanche nessuno che pensa nel modo arrogante."
E' tutta una questione di percezioni.
Scommetto che questo mio romanzo suonerà per molti arrogante. E' normale che chi esprime un pensiero controverso deve incassare anche le critiche. Mi meraviglio che Catherine trovi "incredibile" che prima o poi qualcuno le dica "ma lo sai che sei un tantino patetica con questo inultile lamentarti, ogni volta che intravedi qualcosa di tedesco all'orizzonte?!" Ma se lei è convinta di questo suo modo di fare, basta che lo dica chiaro e tondo, invece di fare l'offesa.
Ok, spero di essermi spiegata e tolgo finalmente il disturbo.
