Grauen in Duisburg: Kaltblütigkeit der Killer entsetzt...
Grauen in Duisburg: Kaltblütigkeit der Killer entsetzt...
Grauen in Duisburg
Kaltblütigkeit der Killer entsetzt selbst Mafiajäger
Die Mafiafahnder hatten mit neuen Morden gerechnet - doch dass die Killer jetzt in Deutschland zuschlugen, mit unglaublicher Brutalität sechs junge Leute einfach niedermähten, überrascht selbst die Ermittler. Nun wird erste Kritik an der internationalen Zusammenarbeit der Polizei laut. weiter... [PDA]
■ Mafia-Enthüllungsbuch: "Ihr verfluchten Dreckskerle, ich lebe noch!" [PDA]
■ Ermittlungen nach Duisburger Massaker: Mafia-Gefahr in Deutschland
■ Killerkommando in Duisburg: Rache am Weihnachtsmörder [PDA]
■ Duisburger Mafia-Massaker: Killerkommando auf Rachefeldzug in Deutschland [PDA]
■ Mordanschlag der 'Ndrangheta: "Diese Tat hat eine neue Dimension" [PDA]
■ 'Ndrangheta im Ruhrgebiet: Der Fall Giorgio Basile [PDA]
■ 'Ndrangheta in Grafiken: Die Struktur, das Zentrum, das Geschäft
■ Fotostrecke: Bluttat am "Da Bruno" [PDA]
■ Chronologie: Räuber, Amokläufer, Todesengel [PDA]
■ Verwirrung um Mafiamord: Italienische Polizisten ermitteln in Duisburg
■ Familienfehde in der 'Ndrangheta: Mordgespenster aus Kalabriens Schattenreich [PDA]
[align=right]© SPIEGEL ONLINE[/align]
Kaltblütigkeit der Killer entsetzt selbst Mafiajäger
Die Mafiafahnder hatten mit neuen Morden gerechnet - doch dass die Killer jetzt in Deutschland zuschlugen, mit unglaublicher Brutalität sechs junge Leute einfach niedermähten, überrascht selbst die Ermittler. Nun wird erste Kritik an der internationalen Zusammenarbeit der Polizei laut. weiter... [PDA]
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■ Ermittlungen nach Duisburger Massaker: Mafia-Gefahr in Deutschland
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■ 'Ndrangheta im Ruhrgebiet: Der Fall Giorgio Basile [PDA]
■ 'Ndrangheta in Grafiken: Die Struktur, das Zentrum, das Geschäft
■ Fotostrecke: Bluttat am "Da Bruno" [PDA]
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■ Verwirrung um Mafiamord: Italienische Polizisten ermitteln in Duisburg
■ Familienfehde in der 'Ndrangheta: Mordgespenster aus Kalabriens Schattenreich [PDA]
[align=right]© SPIEGEL ONLINE[/align]
Zuletzt geändert von NEWS am Mittwoch, 15.08.2007, 21:37, insgesamt 1-mal geändert.
Duisburg, la strage di Ferragosto
Duisburg, la strage di Ferragosto
Uccisi 6 italiani, è la faida di San Luca
Tutti calabresi, vicini alla famiglia Pelle-Romeo. Avevano festeggiato il 18esimo compleanno di uno di loro, disarmati. Un altro minorenne; tra i morti Sebastiano Strangio, cuoco del locale davanti al quale c'è stata la strage. Trovati 70 bossoli. Amato (audio): "Allarme in Calabria". Posti di blocco attorno al paese jonico. De Sena: "Cosche mai così feroci". avanti...
■ Le mani della 'ndrangheta sulla città tedesca
■ SCHEDA IL PAESE DI CORRADO ALVARO E UNA FAIDA LUNGA 16 ANNI
[align=right]© La Repubblica.it[/align]
Uccisi 6 italiani, è la faida di San Luca
Tutti calabresi, vicini alla famiglia Pelle-Romeo. Avevano festeggiato il 18esimo compleanno di uno di loro, disarmati. Un altro minorenne; tra i morti Sebastiano Strangio, cuoco del locale davanti al quale c'è stata la strage. Trovati 70 bossoli. Amato (audio): "Allarme in Calabria". Posti di blocco attorno al paese jonico. De Sena: "Cosche mai così feroci". avanti...
■ Le mani della 'ndrangheta sulla città tedesca
■ SCHEDA IL PAESE DI CORRADO ALVARO E UNA FAIDA LUNGA 16 ANNI
[align=right]© La Repubblica.it[/align]
Zuletzt geändert von NEWS am Mittwoch, 15.08.2007, 21:34, insgesamt 1-mal geändert.
Germania, strage di italiani: sei morti Erano coinvolti nella faida di San Luca
La 'ndrangheta colpisce a Duisburg: vittime calabresi
Omicidi fuori da una pizzeria. Colpiti gli Strangio- Nirta, in lotta con i rivali dei Pelle-Vottari. Polizia: due killer visti fuggire. avanti...
■ Amato: «Attenzione alle rappresaglie in Calabria» | Video
■ In Germania per evitare vendette
Due famiglie in guerra dal '91: in 8 mesi 11 delitti
A Duisburg coinvolti i calabresi Nirta-Strangio e i Pelle-Vottari. La rivalità risale a 16 anni fa ma una recrudescenza degli agguati si è avuta dall'agguato di Natale in Calabria del 2006 in cui fu uccisa Maria Strangio. avanti...
■ San Luca, un paese fantasma: bocche cucite e finestre chiuse
■ AUDIO: «Tuttò cominciò per un lancio di uova a Carnevale» C. Macrì
■ A Duisburg l'hotel degli azzurri mondiali: «Ora ci danno dei mafiosi»
■ Nel 2006 un rapporto dei servizi segreti tedeschi sulla 'ndrangheta
■ VIDEO: «No ai pregiudizi sugli italiani in Germania» M. Montanari
[align=right]© CORRIERE DELLA SERA[/align]
La 'ndrangheta colpisce a Duisburg: vittime calabresi
Omicidi fuori da una pizzeria. Colpiti gli Strangio- Nirta, in lotta con i rivali dei Pelle-Vottari. Polizia: due killer visti fuggire. avanti...
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Due famiglie in guerra dal '91: in 8 mesi 11 delitti
A Duisburg coinvolti i calabresi Nirta-Strangio e i Pelle-Vottari. La rivalità risale a 16 anni fa ma una recrudescenza degli agguati si è avuta dall'agguato di Natale in Calabria del 2006 in cui fu uccisa Maria Strangio. avanti...
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■ A Duisburg l'hotel degli azzurri mondiali: «Ora ci danno dei mafiosi»
■ Nel 2006 un rapporto dei servizi segreti tedeschi sulla 'ndrangheta
■ VIDEO: «No ai pregiudizi sugli italiani in Germania» M. Montanari
[align=right]© CORRIERE DELLA SERA[/align]
Leserbrief an die Onlineredaktion des Corriere della Sera
von Giansalvo Pizzo, Gymnasiallehrer in Bonn:
[hr]
Gentile Redazione,
disorientante, e comunque controproducente, appare il commento irenistico di Montanari “No ai pregiudizi sugli italiani in Germania”, apparso come video sul Corriere della sera ondine del 15 agosto 2007*, all'indomani del sanguinoso regolamento di conti di Duisburg, che ricorda il famoso „ma la mafia non esiste!“, che imperversava nel nostro Paese negli anni ´50 e ´60, non risparmiando esimi uomini di Stato e di Chiesa. La sua tesi, in sintesi: la comunità italiana in Germania non è toccata (sic!) da fenomeni di organizzazione mafiosa; se fatti di mafia ci sono, ebbene, vengono da fuori, ma gli italiani in Germania sono lì soltanto per lavorare.
Disorientante è questa tesi, perché dall'alto della sua funzione - direttore del più diffuso giornale della comunità italiana - Montanari offre come granitica una sua opinione quanto meno discutibile, contribuendo a disinformare l'opinione pubblica.
Controproducente perché le sue intenzioni, senza dubbio buone, che sarebbero quelle di proteggere il buon nome degli Italiani all'estero, ricevono una evidente smentita da questa assoluzione generalizzata della comunità italiana. Così facendo, infatti, anticipando cioè il giudizio che spetta solo a inquirenti e magistratura, Montanari non fa altro che rischiare di dare l'impressione di una copertura a priori, dai più cattivi interpretabile come omertosa. E l'omertà è percepita già anche dai tedeschi come carattere inalienabile delle organizzazioni mafiose. Insomma, la sua è una posizione che nutre il pregiudizio, in quanto poco sostenibile e molto criticabile.
Tanto più che basta un po' di buon senso per capire che le cosiddette “condizioni favorevoli” che ci sono in Germania (grande volume di affari, legislazione specifica antimafia non ancora così rigida come in Italia) non può che incentivare certe attività, e questo anche in maniera autoctona - e non scordiamo che, accanto a molti che, abbandonando l'Italia, si sono voluti lasciare alle spalle una realtà di oppressione mafiosa, ce ne sono altrettanti che cercano riparo dalle grinfie della giustizia italiana perché di tale oppressione mafiosa erano e continuano a essere responsabili.
E tanto più che segnali di una presenza ramificata di organizzazioni criminali anche in territorio tedesco sono stati rivelati con tutta evidenza dalla stampa più seria e sono di (documentata) opinione comune. Un esempio fra tutti, che ha colpito molti lettori dello Spiegel e che ha avuto anche ulteriore risonanza, è stato il dossier su Giorgio Basile e addirittura la sua sconvolgente chat in Spiegel onine (vedi riferimenti in calce**). Anche la stampa italiana - Repubblica online - ci ricorda proprio oggi di queste realtà: "Ma a Duisburg la 'ndrangheta pesa" ***.
Alla luce di questo e d'altro si rimane quanto meno sorpresi di fronte ad affermazioni di tale portata fatte nel Vostro video dal direttore di un giornale così diffuso come il Corriere d'Italia.
G. Pizzo
[hr]* http://mediacenter.corriere.it/MediaCen ... 03ba99c53b
** http://www.spiegel.de/panorama/justiz/0 ... 68,00.html
*** http://www.repubblica.it/2007/08/sezion ... atori.html
von Giansalvo Pizzo, Gymnasiallehrer in Bonn:
[hr]
Gentile Redazione,
disorientante, e comunque controproducente, appare il commento irenistico di Montanari “No ai pregiudizi sugli italiani in Germania”, apparso come video sul Corriere della sera ondine del 15 agosto 2007*, all'indomani del sanguinoso regolamento di conti di Duisburg, che ricorda il famoso „ma la mafia non esiste!“, che imperversava nel nostro Paese negli anni ´50 e ´60, non risparmiando esimi uomini di Stato e di Chiesa. La sua tesi, in sintesi: la comunità italiana in Germania non è toccata (sic!) da fenomeni di organizzazione mafiosa; se fatti di mafia ci sono, ebbene, vengono da fuori, ma gli italiani in Germania sono lì soltanto per lavorare.
Disorientante è questa tesi, perché dall'alto della sua funzione - direttore del più diffuso giornale della comunità italiana - Montanari offre come granitica una sua opinione quanto meno discutibile, contribuendo a disinformare l'opinione pubblica.
Controproducente perché le sue intenzioni, senza dubbio buone, che sarebbero quelle di proteggere il buon nome degli Italiani all'estero, ricevono una evidente smentita da questa assoluzione generalizzata della comunità italiana. Così facendo, infatti, anticipando cioè il giudizio che spetta solo a inquirenti e magistratura, Montanari non fa altro che rischiare di dare l'impressione di una copertura a priori, dai più cattivi interpretabile come omertosa. E l'omertà è percepita già anche dai tedeschi come carattere inalienabile delle organizzazioni mafiose. Insomma, la sua è una posizione che nutre il pregiudizio, in quanto poco sostenibile e molto criticabile.
Tanto più che basta un po' di buon senso per capire che le cosiddette “condizioni favorevoli” che ci sono in Germania (grande volume di affari, legislazione specifica antimafia non ancora così rigida come in Italia) non può che incentivare certe attività, e questo anche in maniera autoctona - e non scordiamo che, accanto a molti che, abbandonando l'Italia, si sono voluti lasciare alle spalle una realtà di oppressione mafiosa, ce ne sono altrettanti che cercano riparo dalle grinfie della giustizia italiana perché di tale oppressione mafiosa erano e continuano a essere responsabili.
E tanto più che segnali di una presenza ramificata di organizzazioni criminali anche in territorio tedesco sono stati rivelati con tutta evidenza dalla stampa più seria e sono di (documentata) opinione comune. Un esempio fra tutti, che ha colpito molti lettori dello Spiegel e che ha avuto anche ulteriore risonanza, è stato il dossier su Giorgio Basile e addirittura la sua sconvolgente chat in Spiegel onine (vedi riferimenti in calce**). Anche la stampa italiana - Repubblica online - ci ricorda proprio oggi di queste realtà: "Ma a Duisburg la 'ndrangheta pesa" ***.
Alla luce di questo e d'altro si rimane quanto meno sorpresi di fronte ad affermazioni di tale portata fatte nel Vostro video dal direttore di un giornale così diffuso come il Corriere d'Italia.
G. Pizzo
[hr]* http://mediacenter.corriere.it/MediaCen ... 03ba99c53b
** http://www.spiegel.de/panorama/justiz/0 ... 68,00.html
*** http://www.repubblica.it/2007/08/sezion ... atori.html
- BO
- italianissim@
- Beiträge: 3375
- Registriert: Donnerstag, 08.02.2007, 14:06
- Vorname: BO
- Wohnort: in Maremma
Deutschland ist erschüttert! Wusste man denn nicht, dass es auch dort das organisierte Verbrechen – aus welchem Land auch immer - gibt?
Wenn ich solche Nachrichten höre, frage ich mich immer, ob diese jungen Leute, die dort getötet wurden, eine andere Wahl hatten oder nur den bequemeren Weg ihrer Väter, den Weg des Geldes und der Macht, gegangen sind.
Wenn ich solche Nachrichten höre, frage ich mich immer, ob diese jungen Leute, die dort getötet wurden, eine andere Wahl hatten oder nur den bequemeren Weg ihrer Väter, den Weg des Geldes und der Macht, gegangen sind.